Innovazione e condivisione: sono queste le parole chiave che racchiudono lo spirito della prima visita di studio del progetto INN-Pratica, svoltasi in Corsica il 9 e 10 aprile. Otto i partner promotori del progetto che, insieme a numerosi agricoltori, allevatori, agronomi e professionisti del settore agro-zootecnico, hanno preso parte a due giornate intense di confronto, approfondimento e ispirazione, organizzate dal partner corso ODARC – Ufficio per lo Sviluppo Agricolo e Rurale della Corsica.
Il focus della visita: l’esplorazione di pratiche agricole innovative, con un’attenzione particolare alla gestione sostenibile delle risorse idriche e alla meccanizzazione. Temi sempre più centrali in un’agricoltura che vuole essere al tempo stesso produttiva, resiliente e profondamente radicata nel territorio.
Tra tecnologia e tradizione: un viaggio nel cuore della Corsica rurale
La prima giornata si è aperta presso il centro di sperimentazione zootecnica dell’ODARC ad Altiani. Dopo una panoramica sulle attività del progetto e sulle buone pratiche già mappate nei cinque territori coinvolti (Corsica, Sud della Francia, Liguria, Toscana e Sardegna), i partecipanti hanno visitato il piccolo caseificio, dove, oltre alla produzione di formaggio, si svolgono analisi del latte finalizzate all’ottimizzazione della resa casearia. È seguita la presentazione del centro di selezione ovina, un presidio fondamentale per la tutela e il miglioramento genetico della razza autoctona. La selezione genetica mira a consentire agli ovini dell’isola di conservare le proprie caratteristiche di produttività e rusticità, incrementando al contempo la produzione lattiera, così da contribuire a ridurre il deficit di latte sull’isola.
Nel pomeriggio, l’innovazione si è trasferita sul campo. La guardia forestale corsa ha mostrato l’impiego di strumenti come trituratori – uno dei quali telecomandato – utilizzati per il decespugliamento della macchia mediterranea, essenziali per la prevenzione degli incendi e per il ripristino dei pascoli. Tra le tecnologie presentate, anche la suggestiva “pala ragno”, progettata per operare in zone impervie, e una macchina frantumatrice di pietre impiegata nella manutenzione dei suoli agricoli.
Il secondo giorno ha visto la visita al vigneto di Stefanu Venturini ad Aleria, dove si sperimentano sistemi di irrigazione automatizzata per migliorare l’efficienza idrica, e al centro dell’ODARC di Migliacciaru, dedicato alla ricerca genetica sulle varietà vegetali autoctone mediterranee – come gli ulivi – con l’obiettivo di rafforzare le filiere esistenti, di crearne nuove, come quella della birra, e di valorizzare il patrimonio naturale e agricolo locale.
ODARC: un modello di governance che valorizza il territorio
La visita ha messo in luce in modo chiaro il modello di governance dell’ODARC, l’ente operativo incaricato dell’attuazione delle politiche agricole in Corsica. Un modello fondato su un equilibrio virtuoso tra ricerca scientifica, sperimentazione sul campo e coinvolgimento diretto di agricoltori e allevatori.
Un approccio integrato che unisce università, centri di competenza e imprese agricole, promuovendo innovazioni in grado di rispondere ai bisogni concreti del territorio e delle comunità che lo abitano. Questo si riflette non solo nella passione con cui ci è stato raccontato il lavoro svolto, ma anche nel forte coinvolgimento di giovani nel progetto e – aspetto non secondario – nella cura e modernità degli spazi di lavoro.
Attraverso la valorizzazione delle varietà locali, lo sviluppo di nuove filiere produttive e la sperimentazione in campo, l’ODARC contribuisce a migliorare la qualità e a preservare i prodotti locali, a sostenere l’imprenditorialità del settore primario e a rafforzare la vitalità delle aree rurali. Un’agricoltura che non è solo produzione, ma anche presidio, cultura e creazione di valore.
L’innovazione come ponte tra comunità, natura e futuro
In Corsica, l’innovazione assume un significato profondo e radicato: non è solo slancio verso il futuro, ma anche valorizzazione del passato. Significa rileggere pratiche, metodi e saperi tradizionali, espressione autentica di una conoscenza intima del territorio, per riattualizzarli in risposta alle sfide attuali del settore primario. Un processo che non cancella ciò che è stato, ma lo rigenera e lo integra nel percorso della transizione ecologica, cercando soluzioni concrete ai bisogni odierni, senza smarrire l’identità agricola, ambientale e culturale della Corsica.
Ogni esempio osservato durante la visita – dalla “pala ragno” alle tecniche di selezione genetica, sia animale che vegetale – riflette una volontà condivisa: costruire un’agricoltura capace di rispondere alle esigenze del presente, senza perdere di vista il futuro. Un’agricoltura in cui la sostenibilità ambientale si fonde armoniosamente con quella sociale ed economica, generando valore per le comunità e per i territori.
In sintesi, le riflessioni emerse da questa prima visita sono state molteplici e convergono nell’evidenziare l’importanza della valorizzazione di pratiche ancestrali, dell’introduzione di innovazioni tecnologiche per favorire la transizione ecologica, così come del “fare comunità” tra i diversi attori del mondo agricolo, della ricerca, della formazione e, naturalmente, delle istituzioni pubbliche che definiscono le strategie di sviluppo agricolo e territoriale. La visita ha confermato quanto sia necessario creare spazi di confronto e di scambio, per alimentare una Comunità di pratica transfrontaliera capace di imparare, evolvere e generare impatto reale sui territori.
La prossima tappa? Maggio in Liguria, per proseguire insieme questo percorso di crescita collettiva.















