L’obiettivo principale del progetto AMMIRARE è implementare sistemi di monitoraggio della costa per poter creare un quadro scientifico dettagliato del territorio da un punto di vista morfologico e socio-economico, e quindi promuovere soluzioni per la protezione costiera basate sulla natura.
Per perseguire questi obiettivi, il progetto si avvale di “siti pilota” ovvero aree costiere dislocate nei territori partner, uno di questi è nella Regione Autonoma della Sardegna.
Il sito pilota situato in Sardegna si sviluppa lungo la costa occidentale dell’isola, in particolare tra le spiagge di Is Arenas, San Giovanni di Sinis e Piscinas. Queste spiagge sono di grande valore naturalistico e includono diverse tipologie di ecosistemi costieri, tra cui spiagge con sistemi dunali caratterizzate da dune estese, che sono vulnerabili a fenomeni come l’erosione e l’innalzamento del mare, spiagge di falesia e sistemi multi-barra, ovvero formazioni geologiche che proteggono naturalmente alcune aree dall'erosione e habitat marini tra cui, spiccano le praterie di Posidonia oceanica, fondamentali per la biodiversità e la stabilità dei fondali. Tali aree sono considerate zone di pregio naturalistico e incluse nelle aree protette della rete Natura 2000.
Un particolare aspetto del sito è la presenza della posidonia spiaggiata; la legge regionale n.1/2020 riconosce l’importanza di questa pianta nel prevenire l'erosione costiera, permettendo solo in casi specifici la sua rimozione temporanea. In linea con le soluzioni naturali, l’Area Marina Protetta del Sinis ha scelto di mantenere le banquettes di posidonia sulla costa, riducendo l’impatto antropico e migliorando la resilienza della spiaggia.
Sebbene le aree scelte siano di alto valore turistico non presentano un elevato numero di infrastrutture come avviene, invece, in altre zone della Sardegna. Le attività prevalenti sono di tipo escursionistico e archeologico, come le visite al sito storico di Tharros o a un relitto sommerso di epica romana. Tuttavia, la pressione turistica, specialmente degli escursionisti diurni, rappresenta una minaccia per la sostenibilità delle spiagge e la loro resilienza naturale. Per mitigare questi impatti, molte spiagge hanno sistemi di accesso regolamentato.
Il sito pilota è particolarmente esposto ai rischi del cambiamento climatico, fra cui l’innalzamento del livello del mare, fenomeno che può alterare drasticamente la morfologia delle spiagge e accelerare il processo di erosione, e gli eventi meteorologici estremi, in particolare tempeste e mareggiate frequenti che possono danneggiare gli ecosistemi costieri e causare perdite significative di sedimenti.
Il progetto monitorerà inoltre l’acidificazione dell’acqua marina, fenomeno che potrebbe compromettere la stabilità dei sedimenti carbonatici che sono cruciali per la composizione di queste spiagge.
Le azioni previste sul sito in esame includono:
- Monitoraggio scientifico: verranno condotte analisi topografiche, batimetriche e sedimentologiche, oltre a rilievi tramite droni e strumenti per la misurazione delle correnti marine;
- Previsioni meteo-marine: sarà sviluppato un sistema operativo ad alta risoluzione per prevedere a breve termine gli effetti delle tempeste e delle mareggiate;
- Raccolta dati: creazione di un database dettagliato sulle caratteristiche geomorfologiche e sedimentologiche delle spiagge.
Gli studi effettuati – come specifica Mario Deriu, del Servizio tutela della natura e politiche forestali settore difesa del suolo e delle coste, della Direzione Generale dell’Assessorato alla difesa Ambiente - forniranno una base solida per future decisioni di pianificazione costiera e di gestione del territorio, contribuendo alla creazione di strategie per migliorare la resilienza delle aree costiere della Sardegna di fronte ai cambiamenti climatici.
La componente scientifica e gli studi sul sito pilota saranno effettuati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in particolare dall’ Istituto per lo studio degli impatti antropici e della sostenibilità in ambiente marino nella sua sede di Oristano (IAS-CNR) in collaborazione con l’Istituto di Biofisica che ha sede a Pisa (IBF CNR). Il CNR mette a disposizione competenze nello studio dell’evoluzione a breve, medio e lungo termine dei sistemi costieri, del bilancio sedimentario e della geomorfologia dei sistemi spiaggia-duna, incluse le banquettes, inoltre ha competenze in ambito modellistico per quanto riguarda lo studio dei principali processi oceanografici dell’ambiente marino costiero. Queste competenze sono utili alla realizzazione del progetto in quanto utili alla stima della resilienza dei sistemi costieri del sito pilota rispetto al cambiamento climatico ed in particolare in risposta all’innalzamento del livello del mare e alla risposta agli eventi estremi. Nello specifico, il CNR-IAS intende, attraverso l’impiego di approcci sperimentali e modelli numerici, sviluppare e applicare una metodologia che permetta di analizzare, in una prima fase i trend morfodinamici attuali e le interazioni tra le dinamiche oceanografiche, la presenza o l’assenza di depositi fogliari e i processi evolutivi delle coste, e successivamente, impiegando le metodologie validate e i risultati ottenuti, prevedere gli effetti dell’innalzamento del livello del mare e dell’aumento della frequenza di eventi meteo-marini estremi sull'evoluzione costiera, valutando anche il potenziale effetto protettivo delle banquette nell’area di interesse. Il Consorzio LaMMA sarà di supporto al CNR-IAS nelle attività di modellazione numerica e di analisi dell’andamento delle forzanti fisiche-oceanografiche che impattano sull’evoluzione morfodinamica della costa.
Lo scorso settembre, inoltre, il team di ricerca della Scuola Superiore Sant'Anna, insieme a Mario Deriu di regione Sardegna, Daniele Congiu, responsabile comunicazione Assessorato alla Difesa dell'Ambiente regione Sardegna, Simeone Simone di CNR Oristano, Massimo Marras e Roberto Brandu di AMP Sinis, ha partecipato a una visita all'AMP della Penisola del Sinis dove ha effettuato una serie di interviste riguardo l'impatto delle attività socio economiche sulla zona. In particolare sono emerse preoccupazioni circa la pesca intensiva e il noleggio di gommoni sull'ecosistema marino e costiero, già fortemente impattato dai cambiamenti climatici e dall'innalzamento della temperatura del mare. Tra le iniziative più rilevanti spiccano la creazione di un campo di ormeggio con 100 boe e una campagna di sensibilizzazione riguardo al prelievo inconsapevole dei sedimenti su spiagge come Is Arutas. L'opportunità per il CNR di aggiornare la mappatura delle spiagge maggiormente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico costituisce un valore aggiunto essenziale. Questa esperienza è stata fondamentale per il progetto, dimostrando come le AMP possano fungere da modelli di sostenibilità e tutela ambientale.
Le azioni, quindi, che il progetto AMMIRARE ha intenzione di intraprendere sul sito pilota sardo mira non solo a sviluppare pratiche replicabili in altre aree costiere, ma i risultati ottenuti contribuiranno anche a piani strategici come il Piano di Azione Coste della Regione Sardegna, che si propone di delineare interventi mirati alla protezione delle coste più vulnerabili dell’isola.