A giugno 2025 c’è stato un passo importante nel progetto INVECE, di cui beneficeranno soprattutto 15 realtà che vedranno sorgere (o sviluppare ulteriormente) una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) nel loro territorio.
La Regione Autonoma della Sardegna, ente capofila del progetto, ha ufficialmente trasmesso all’Autorità di Gestione del Programma tutti i documenti necessari per avviare la fase di erogazione di servizi di consulenza gratuita a supporto di 6 Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) già costituite e 9 di soggetti promotori di CER, tutti e 15 selezionati attraverso una manifestazione di interesse.
La distribuzione territoriale delle CER selezionate è la seguente: la Liguria è la regione con più CER selezionate, ben 6; segue la Sardegna con 3 CER e Région Sud, Toscana e Corsica hanno ciascuna 2 CER.
Queste realtà, tutte appartenenti all’area di cooperazione INTERREG Italia-Francia
Marittimo, riceveranno un supporto personalizzato finalizzato a rafforzare le loro capacità, accompagnarle nella crescita e facilitare il loro radicamento sui territori. L’impatto su questi sarà diretto: le azioni previste sono state studiate dai soggetti coinvolti con i partner territoriali di riferimento, e questo fa sì che siano specifiche per le esigenze di queste aree e di chi le vive.
Il supporto, che ammonta a poco meno di 175.000 euro, è possibile tramite il cofinanziamento dell’Unione Europea che sostiene il progetto e grazie a questo verranno organizzate 224 giornate di consulenza gratuita. L’obiettivo è rendere questi enti quanto più competenti e autonomi possibile, dando modo ai loro rappresentanti di frequentare sessioni dedicate all’ambito economico-finanziario, gestionale e di monitoraggio, giuridico-legale, tecnico e della comunicazione.
La distribuzione del sostegno economico sarà ripartita in maniera quasi uniforme fra CER che si stanno costituendo (il 49% circa del totale del supporto finanziario) e CER già costituite (il restante 51% circa). Nel caso delle prime, gran parte delle consulenze si svolgeranno in ambito tecnico e per formare alla gestione e al monitoraggio; per le CER già costituite invece si porrà molta attenzione a promuovere una conoscenza più approfondita della comunicazione, sicuramente uno degli strumenti più importanti da sviluppare una volta che la parte tecnica è stata avviata.
La distribuzione di questo finanziamento fra soggetti pubblici e privati invece è molto diversa, con una forte prevalenza dei primi (quasi il 71% delle risorse andrà a imprese, cooperative, associazioni, etc), mentre poco più del 29% è destinato a enti pubblici. Questa tendenza intercetta un fenomeno della transizione ecologica, che sta venendo promossa, in questo momento storico, da privati cittadini, sintomo di una popolazione sempre più preoccupata delle conseguenze del cambiamento climatico. L’investimento assume così un ancora più alto valore strategico, che punta a rafforzare la capacità delle comunità locali di diventare protagoniste della transizione energetica.
Un elemento importante da sottolineare di tutto questo intervento è che l’impatto che avrà sarà diffuso e bilanciato nei territori transfrontalieri coinvolti nel Programma di cooperazione INTERREG Italia-Francia Marittimo.
Le 5 regioni coinvolte (3 italiane, Toscana, Liguria e Sardegna, e 2 francesi, Corsica e Région Sud) riceveranno un sostegno più o meno omogeneo e potranno dunque godere di servizi di consulenza gratuita allo stesso modo, declinandoli a seconda delle loro necessità. E’ questo un esempio concreto di cooperazione europea che genera impatti reali a livello locale: rafforza la coesione territoriale, sviluppa competenze, rende la transizione energetica accessibile a tutti.
Progetti come INVECE dimostrano come un futuro energetico è possibile, lavorando insieme e promuovendo l’acquisizione di competenze specifiche per la gestione di una CER. Così, un domani, sarà sempre più facile gestire energia in modo sostenibile, equo e partecipato.


